Barcolana: la storica
regata


Matteo Capurro racconta la sua Barcolana.

Barcolana: la storica<br>regata

Ore 5,50: la mia Barcolana inizia qui. La sveglia prima dell’alba. Il treno arriva puntuale a Trieste. Quando si spalancano le porte, mi investe quell’odore inconfondibile di vecchie rotaie e traversine, mentre la Bora fa capire chi è il padrone di casa.

Mi chiudo nella mia giacca in tessuto mechanical stretch Winter Siffert, mani in tasca e cappuccio fluo (meglio farsi vedere) tirato su. Le cuciture termonastrate a proteggermi, antivento quanto basta per goderne solo i benefici e affrontare con decisione la storica regata Barcolana e poi l’atmosfera della Trieste serale. Sono più attratto dalla regata o dalla città? Non importa. Una rafforza la magia dell’altra e pregusto entrambe. Backpack A234 -un codice easy to remember- in spalla, mi avvio a piedi verso il cuore di Trieste, verso la regata pop più grande del mondo.

Quest’anno sono 50. Ne ho fatte almeno dieci di uscite così, verso quel Golfo che in una giornata ospita più di 2000 barche. Gli spettatori non si contano. Ogni edizione è indimenticabile, ma questa è irripetibile, è un’icona. Roba da gridare io c’ero!

Sono in prima fila, apro il mio zaino high tech Slam ed estraggo dalle tasche interne la macchina fotografica per immortalare quella linea di partenza che ogni volta mi emoziona. Professionisti accanto a semplici amatori, come me o più di me, perché si avventurano in acqua mentre io li osservo da una posizione incredibile che mi sono ricavato tra una parete e una colonna. Il mio zaino resiste all’acqua, al sale, ma anche alle abrasioni e posso stare lì, più vicino possibile.

Slam è Gold sponsor anche di questa 50esima edizione della Barcolana. E visto che la mia giacca Winter Siffert e il mio zaino Backpack sono Slam, mi sento anch’io tra gli sponsor. Come dire: Slam. I Am.